I casi d’ingiuria e diffamazione su Facebook, ma anche su social network come Twitter, Linkedin o Instagram stanno aumentando ed è necessario essere pronti a reagire nelle sedi opportune quando ne si è vittima. La vittima di diffamazione a mezzo Facebook deve procedere immediatamente con una Perizia per Diffamazione su Facebook contenente l’acquisizione certificata e forense del testo diffamatorio, sia esso pubblicato dal proprietario di un profilo Facebook, di una pagina Facebook o di un gruppo Facebook, ma anche eventualmente di una chat Facebook Messenger.
La diffamazione e l’offesa che avviene su gruppi FaceBook a mezzo stampa, aperti o chiusi, oppure pagine Facebook è punibile a seguito di querela della parte offesa che diventa più efficace se riporta anche una perizia circa l’avvenuta diffamazione su Facebook e l’acquisizione forense e certificata del contenuto diffamatorio che si contesta, che diventerà poi prova nel processo penale o civile in Tribunale. Prove che potrebbero anche scomparire prima di avere il tempo di sporgere querela, rischiando quindi che le evidenze digitali della diffamazione su Facebook scompaiano e sia poi decisamente più complesso ottenerle, se non tramite Rogatoria Internazionale (MLAT) in genere utilizzata in casi di rilevanza penale maggiore rispetto alla diffamazione, seppur a mezzo Stampa o a mezzo Internet e Facebook.
L’acquisizione e la raccolta delle prove della diffamazione a mezzo stampa o a mezzo Internet è quindi un elemento cardinale se le vittime intendono sporgere querela in ambito penale o richiesta di risarcimento danni in ambito civile. Lo Studio offre servizi di acquisizione forense di pagine o siti web, inclusi profili o pagine Facebook, a fini probatori e utilizzo legale in Tribunale. La diffamazione può infatti avvenire anche a mezzo Internet via siti web, forum, gruppi, post di blog, commenti ai blog, Twitter, Linkedin o Instagram. La relazione tecnica che viene prodotta può essere utilizzata come CTP, Consulenza Tecnica di Parte, per supportare l’eventuale querela per diffamazione, certi di poter certificare e verificare l’integrità e l’autenticità delle prove raccolte anche in caso di rimozione e cancellazione dei messaggi diffamatori originali.
L’autenticazione della pagina Facebook o del profilo FB che ha operato la diffamazione, ingiuria o calunnia può essere seguita, invece che presso un Notaio dotato di strumentazione informatica atta a visionare le pagine da autenticare, attraverso un perito informatico forense che acquisisca le pagine Facebook con i messaggi diffamatori o ingiuriosi. Il perito forense potrà – ad esempio per utilizzo come prova legale in cause civili – recarsi in Tribunale per produrre una perizia giurata e asseverata, a uso legale. Il costo della perizia di autenticazione di pagine, post o profili Facebook a uso legale dipende dalla tipologia, quantità delle pagine e dall’eventuale asseverazione e giuramento in Tribunale.
La perizia digitale finalizzata a documentare tramite prove informatiche la diffamazione e l’offesa o l’ingiuria avvenuta su Face Book a mezzo stampa o via Internet può essere estesa tramite indagini e ricerche OSINT alla ricerca e acquisizione dei dati relativi ai proprietari o agli utilizzatori dei profili, gruppi o pagine Facebook su cui vengono pubblicati i messaggi diffamatori. Nella nostra esperienza, spesso i profili utilizzati per la diffamazione su Facebook o in generale a mezzo Internet, ma anche le pagine o talvolta i gruppi, vengono chiusi dopo aver commesso il reato proprio per rendere più complesse le indagini. Una volta chiuso, un profilo o una pagina Facebook risulta talvolta impossibile da analizzare anche tramite tecniche OSINT di ricerca sulle fonti aperte, se non utilizzando versioni salvate dalla cache di Google o Bing oppure da siti che storicizzano il contenuto web come Web Archive, Archive.is oppure Perma.cc che possono certamente essere utilizzate come prove del reato ma entro certi limiti.
Lo stesso tipo di cristallizzazione della prova e analisi forense e investigativa è fattibile tecnicamente anche in caso di diffamazione su canali diversi, sempre a mezzo Internet, come diffamazione su siti web, portali, forum, gruppi di discussione, post di blog, commenti a blog, tweet su Twitter, post e pagine su Linkedin o Instagram.