Perizia su Cloud

Nell’ambito delle perizie informatiche, la perizia su Cloud come Dropbox, iCloud, Google Drive o le altre aree di archiviazione dati nella “nuvola” sono ormai sempre più diffuse. Non di rado infatti si riscontrano richieste di analisi forense di dati, file, documenti caricati sul Cloud e lì conservati per i motivi più disparati: concorrenza sleale, stalking, furto di proprietà intellettuale, violazione di copyright, accesso abusivo, etc…

Perizia su Cloud come Dropbox, Google Drive, iCloud o Microsoft OneDrive

Le aree di cloud come Dropbox o iCloud possono essere soggette a perizia informatica che ne attesti il contenuto, la presenza di documenti e le proprietà dei documenti (data di caricamento, modifiche, cancellazione). Lo stesso vale anche per Google Drive, il cui contenuto può essere cristallizzato con una perizia di cristallizzazione da Google Drive, così anche come con i contenuti di Microsoft Azure. La perizia Google e la perizia Microsoft per cristallizzare il contenuto del cloud e drive a fini legali dei rispettivi produttori possono essere utili per produrre in Tribunale dati memorizzati nelle proprie aree utente oppure condivisi con o da altri utenti.

Elemento strategico nella perizia informatica su Google Drive, Dropbox, Microsoft Azure e Onedrive, iCloud e gli altri sistemi di condivisione file sono le date associate ai documenti, che possono essere cristallizate per certificare il giorno e l’ora in cui i file sono stati creati, modificati o condivisi, così come anche gli utenti proprietari dei documenti.

Tali informazioni devono essere acquisite – per poter essere utilizzate nelle sedi Giudiziarie più opportune – tramite modalità e tecniche di acquisizione forense delle evidenze informatiche, digitali ed elettroniche ormai consolidate e riconosciute dai periti forensi dei Tribunali e dai Giudici.

Lo Studio propone servizi di acquisizione forense da Dropbox, con certificazione dei file caricati e delle proprietà dei documenti. La perizia su Dropbox può ovviamente essere realizzata soltanto se la parte fornisce le credenziali di accesso e ne certifica la titolarità, a meno che la richiesta di analisi forense di Dropbox non arrivi dall’Autorità Giudiziaria o dalla Polizia Giudiziaria.

Anche le perizie su Apple iCloud, Google Drive o Microsoft OneDrive sono soggette agli stessi vincoli e sono finalizzate alla redazione di una relazione tecnica utilizzabile a fini legali in Tribunale o eventualmente anche una perizia giurata e asseverata. La perizia su iCloud e la perizia su Google Drive riportano, così come per Dropbox, le fasi di acquisizione delle prove dal Cloud complete dei dati d’interesse (metadati, date di caricamento, modifiche e cancellazione) che vengono certificate dal perito informatico.

Più di rado, oltre a richieste su Google Drive, Microsoft SkyDrive, Onedrive o Azure ma anche Cloud Drive Amazon possono essere richieste perizie su Cloud come OwnCloud o altri cloud proprietari, installati direttamente presso il cliente, in genere su NAS o su Server fisicamente localizzati presso un’azienda oppure in una sala server ma gestiti direttamente dal cliente. Frequente infatti è la richiesta di perizia informatica su NAS, perizie informatiche su cloud e sistemi di file server o share di rete aziendali. Anche in tal caso, la perizia sul Cloud produrrà un’acquisizione certificata dei dati del Cloud e un’analisi forense dei dati estratti, finalizzati a rispondere a eventuali quesiti posti dalla parte, dallo Studio Legale o dall’Autorità Giudiziaria.

Nel caso di esigenza di acquisizione forense di prove digitali o perizia informatica su piattaforme di web conference come Zoom, Teams, Google Meet, consultare la specifica pagina del servizio all’interno del menù sulle perizie informatiche forensi.


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